giovedì 10 novembre 2011


Il diluvio e la rugiada
(2011)
movie script
by Duccio Nelli Machiavelli.
Based on the novel
"Il diluvio e la rugiada"
by Duccio Nelli Machiavelli.



TEASER:

Cosa hanno in comune un giovane del duemila con uno del 1848 coinvolto nell’avventura del Risorgimento Italiano. Un evento che sa di magico e esoterico li mette in contatto mescolando le loro vite, le loro passioni e i loro amori. Se la tecnologia separa in modo drastico le due esistenze, i sentimenti invece non cambiano e non risentono del tempo che li divide.
Come ci si comporterebbe il sapere di conoscere il futuro di una persona se non giocando con gli eventi trasformando l’altro in una specie di veggente che conosce eventi che altri conosceranno solo dopo molto tempo. Ecco che la conoscenza diventa forza in un mondo arcaico che scrive ancora con la penna d’oca.
Ma giocare con il tempo è un gioco pericoloso che decidono di troncare al momento opportuno, quando si rendono conto che in effetti la storia può essere modificata.


    SOGGETTO:  


Diego Valeri ha iniziato la sua esistenza nel modo peggiore, abbandonato dai suoi genitori davanti a un portone di una chiesa.
Nessun messaggio se non una carta da gioco, un asso di bastoni, con cui, il padre naturale esprime con essa, la punizione che si aspettava dal proprio figlio, per quell’atto scellerato.
Quella carta, di cui Diego viene in possesso al compimento dei diciotto anni insieme ai documenti che certificano la sua adozione, unita a un tre di bastoni trovato casualmente da bambino che Diego conservava come portafortuna, vanno a completare una napoletana a bastoni con un due sempre di bastoni, che Diego trova per una via di Trastevere, tornando da una serata trascorsa con Liana, la sua compagna di una relazione tormentata.
La sua sensibilità lo porta a caricare questa circostanza così particolare, di significati che trascendono dalla semplice coincidenza, però quello che si troverà a vivere come conseguenza di ciò, sarà una cosa che non si sarebbe mai aspettato.
Luca, direttore responsabile di una casa editrice, incarica Diego di realizzare le illustrazioni di un libro sulla Repubblica Romana e Giusy, la direttrice del museo sul risorgimento, è colei che gli consegna i documenti sui personaggi che servono a Diego per realizzare le tavole.
Al risveglio, il mattino dopo, trova sul suo tavolo da disegno un dipinto che lui non aveva fatto. Percepisce in quella casa una presenza che si esplicita come una voce che sente dentro di se, di un certo Nino Costa, noto pittore romano dei primi dell’ottocento e nel 1848 è in piena attività sovversiva per la libertà dell’Italia.
La cosa che unisce i due ragazzi è l’abitare nella stessa casa in un luogo, porta San Pancrazio, dove si consumerà la battaglia più cruenta dei patrioti italiani in difesa della Repubblica Romana contro le truppe Francesi.
Si rendono conto di vivere i loro presenti, seppure a centosessanta anni di distanza. Nino esprime le sue ansie e le sue aspirazioni per la libertà che le decisioni ondivaghe del papa Pio IX che esalta prima e deprime poi le speranze dei liberali. Diego però ha il vantaggio di conoscere il futuro di Nino. I due cercano di conoscersi fino a diventare amici prescindendo dalle vicende storiche del momento.
Diego tronca la sua relazione tumultuosa e poco coinvolgente con Liana con cui aveva iniziato una inconcludente convivevza, mentre Nino, a causa di un incontro fortuito, si innamora di una ragazza, Lydia, di cui realizza un ritratto.
Nino coinvolge Diego nelle vicende del suo amore impossibile in quanto Lydia è una ragazza ebrea e a un cristiano non sarebbe possibile unirsi a una donna ebrea e viceversa, e così Diego, incuriosito dal ritratto della donna che misteriosamente si materializza sul suo tavolo da disegno, cerca di ricostruire le vicende della donna interrogando i suoi discendenti nel ghetto ebraico.
Un anziano studioso della storia del ghetto individua in Myriam la discendente diretta di Lydia.
Myriam è una funzionaria della Regione Lazio e mamma di una bambina di quattro anni, Ester, con cui Diego instaura un rapporto di simpatia particolare. Diego incontra Myriam e tra di loro nasce immediatamente qualcosa di cui però non sanno comprendere la vera natura. Sia Myriam che Diego si portano dietro dei drammi che impediscono loro di guardarsi dentro, in effetti Ester è il frutto di uno stupro che la donna aveva subito.
Diego però, trova in Giusy, reduce da una storia sentimentale disastrosa, una compagna ideale di giochi sessuali in cui ognuno cerca solo un rapporto disimpegnato, rapporto a cui si appoggiano con un trasporto che li spaventa.
Nino, imbeccato da Diego, diventa sempre più un personaggio di spicco del movimento liberale romano, entrando con tutti gli onori nei salotti esclusivi della nobiltà romana.
Diego, vive in diretta gli avvenimenti che porteranno alla costituzione della repubblica Romana, meravigliandosi per la totale mancanza di notizie degli avvenimenti europei in una società che scrive ancora con la penna d’oca e che impiega lo stesso tempo nel viaggiare che impiegava Giulio Cesare.
Sia Nino che Diego non vogliono cambiare il corso della storia ma Diego si compiace dello stupore che suscita Nino per la conoscenza di fatti che arriveranno poi alla conoscenza di tutti solo dopo molto tempo. Tanti personaggi resi mitici dagli eventi storici diventano quasi confidenziali, come Ciceruacchio, il Duca Caetani, Don Filippo Lante, Massimo d’Azelio, Antonio Rosmini e tanti altri di cui Nino traccia con abile sagacia tavole illustrate degli avvenimenti del tempo che invia a Diego, suscitando ammirazione sia dell’editore che di Giusy come direttrice del museo.
Ma una figura imprevista che arriva dal passato sconvolge la vita di Diego. Il suo padre naturale è ricoverato in un ospedale di Lione per una grave forma di leucemia che lo sta portando alla morte. Spinto dal bisogno di chiedere perdono a suo figlio, tramite il padre adottivo di Diego, gli fa pervenire un’accorata lettera in cui gli chiede di vederlo almeno una volta prima di morire.
Diego, turbato, si reca a Lione e rimane profondamente colpito dall’uomo che sente di non poter odiare, anzi, si offre di donargli il midollo nel disperato tentativo di salvargli la vita. Giusy sorprende Diego a Lione facendo ritrovare allegria e buonumore a Diego, ma nello stesso tempo si rendono conto di giocare con i propri sentimenti.
L’operazione del trapianto di midollo viene effettuata e tra il padre e Diego nasce un sentimento che ridà serenità al padre che gli farà affrontare con un animo più forte il periodo di attesa per la certezza che l’attecchimento sia andato a buon fine.
Gli avvenimenti della Roma di Pio IX ormai stanno andando verso l’uccisione di Pellegrino Rossi e la conseguente fuga a Gaeta del papa. Nino vuole impedire a tutti i costi questo omicidio di cui conosce l’autore, il giorno e l’ora invano implorato da Diego di non intromettersi nella storia.
La consapevolezza che ormai questo gioco con il tempo stava diventando troppo grande per loro, fa prendere a Diego la decisione di chiudere la porta temporale che li teneva in contatto strappando le tre carte che avevano segnato così profondamente l’esistenza di Diego.
La sofferenza della perdita di un amico tanto straordinario è lenita dalla consapevolezza di provare un amore sincero e travolgente per Myriam che lo ricambia con la stessa intensità, e così loro due e la piccola Ester formeranno quella famiglia di cui Diego, ex bambino Martinit, sentiva il bisogno per chiudere un capitolo che era iniziato sui gradini di una chiesa trentacinque anni prima.

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